18 dicembre

photo©MatteoRossi

Ex-Mattatoio
Piazza Giustiniani, Roma
Ingresso 3€
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Sculture di Lillo Bartoloni
Sculture in legno e in ferro ispirate da testi di Joseph Roth, Frank Kafka e Isaac B. Singer.

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PROGRAMMA

 

Ore 21.00
Sala Concerti

Davide Sibilla (1979)  Improvviso lento (2007) Davide Baudone, pianoforte

Meccanica Azione Sonora
Federico Costanza, Marco Gasperini, Alessio Rossato
Rumore-Silenzio-Metallo (video 2009-2010) Dur. 20′

Poesia e Musica d’oggi
Maria Grazia Calandrone

György Kurtág (1926) Hommage à R.Sch.op.15d (1990)
Paolo Montin, clarinetto; Paola Emanuele, viola; Orietta Caianiello, pianoforte


Ore 21.45

Sala Mangiatoia

Arvo Pärt (1935)  Cantus in memoriam Benjamin Britten
Orchestra d’archi della Spmt; Sandro Savagnone, direttore


Ore 22.00

Sala Concerti

Meccanica Azione Sonora
Federico Costanza, Marco Gasperini, Alessio Rossato
Sovra-posizione (video 2010) Dur. 9’40”

Poesia e Musica d’oggi
Maria Grazia Calandrone

Ida Gotkovsky (1933) Brillance (Déclamé; Desinvolte; Dolcissimo; Final) 1974
Eugenio Colombo, sax; Giuliana Pella, piano

Trio Naga Project 5
Errico De Fabritiis, sax; Giuseppe Savino, trombone; Giulio Maschio, batteria; Giada De Fabritiis, pianoforte; Luigi Carosio, basso
sonorizzazione dal vivo di A Game With Stones (1966) di Jan Svankmajer

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Game with Stones
note

“Mi servo dell’animazione solo quando voglio dare vita ad alcuni oggetti quotidiani attraverso la metamorfosi. Il surrealismo esiste nella realtà, non al margine di essa. Tutto quello che sta intorno a noi ha vita propria, inclusi gli oggetti inanimati, perchè la vita è sorta in loro quando qualcuno li ha toccati. Lei sa per sua esperienza che può toccare lo stesso oggetto ogni volta in maniera differente, in base all’ umore del momento.

Le emozioni che sono presenti in noi in questo stesso istante confluiscono in parte degli oggetti che tocchiamo. Questi momenti, queste emozioni, trapassano gli oggetti, convertendosi in testamento di quello che accade in quell’ambiente nel quale rimangono.

Il mio desiderio è far si che gli oggetti rivelino queste emozioni e creino luoghi di accadimento. Per questo considero l’animazione una magia. In questo senso si può accomunare un animatore ad uno sciamano.”

(Jan Svankmajer)