Forgotten Flower

Mi sono trovato di fronte ai Fiori musicali di Girolamo Frescobaldi in tutta la loro perfetta bellezza, con la volontà di farne un’elaborazione autonoma, in virtù di un originale apporto personale. Avevo bisogno di un’idea forte.

Ho fatto dunque sì che la distanza temporale giocasse a mio favore e che fosse anzi una chiave per la metamorfosi del materiale sonoro frescobaldiano. La lontananza nel tempo è di fatto anche lontananza nella memoria che divenuta sfocata, mi si offriva come filtro trasfigurante: il ricordo musicale si altera, le linee melodiche si sfasano, lo spazio di altezze diventa spazio timbrico. Dovendomi poi confrontare con l’omogeneità timbrica di un ensemble strumentale uniforme come il quartetto di sassofoni, ho messo in campo una serie di strategie compositive mirate all’esaltazione dei differenti registri del sassofono. Per far sì che l’interesse si spostasse dal campo della melodia a quello dei timbri ho dovuto lavorare all’elaborazione di altri parametri rispetto a quello delle sole altezze. Le variazioni dinamiche, ad esempio, sono distribuite con una frequenza impensabile nell’originale esecuzione organistica: praticamente quasi ogni suono è contrassegnato da un’ indicazione dinamica specifica. Tecniche tipiche dello strumento nel repertorio contemporaneo (slap, frullati, soffio intonato e armonici) mi hanno permesso di completare la metamorfosi del materiale sonoro. Forgotten Flower non è più dunque una mera trascrizione, un semplice adattamento per un organico diverso rispetto a quello per cui l’opera era stata concepita in origine, ma è il risultato di una operazione creativa personale capace di donare nuova linfa al flebile ricordo di un fiore dimenticato.

Davide Baudone